Corrado Tocci

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L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE “GUIDATA”

Come cittadini stiamo assistendo ad una serie di “sceneggiate” pubblico/private che tentano di destabilizzare il buon senso dei cittadini, avviandoli sempre più verso lo status di sudditi.

Come Popolari vogliamo portare il nostro contributo alla lettura della storia economica contemporanea.

La persona che cerca di comprendere cosa sta accadendo e si rivolge al sistema dei media, alla fine deve soprassedere.

Per capire la situazione odierna è indispensabile rivisitare cosa è accaduto dopo la seconda guerra mondiale, e quali furono le politiche che hanno permesso lo sviluppo durante la seconda metà del secolo passato.

Con la fine della guerra, gli accordi di Bretton Woods permisero agli Stati Nazione di liberare tutte le loro potenzialità.

Gli accordi permettevano ai vari Governi di concentrarsi sulle esigenze sociali nazionali e di creare occupazione, basti ricordare in Italia il “Piano Fanfani”. Contemporaneamente, gli accordi tendevano al consolidamento e all’allargamento del commercio mondiale.

Questa scelta di politica economica permise di eliminare una serie di blocchi ai flussi commerciali, lasciò ai Governi la libertà di definire il tipo di Stato sociale e le politiche necessarie ad attuarlo, come le politiche tese al rilancio della occupazione favorirono l’ingresso di ingenti flussi di capitali.

La crisi petrolifera degli anni ’70 favorì la abolizione dei controlli sui flussi di capitali internazionali, che una volta fuori dal controllo dei Governi sono diventati, con il tempo, causa di instabilità.

L’inizio della globalizzazione, al contrario del progresso economico ottenuto con gli accordi di Bretton Woods, favorisce la disuguaglianza e l’insicurezza.

Si sente spesso parlare dei Paesi che fanno parte del BRICS che in questo momento sono chiamati a compare i titoli pubblici degli Stati occidentali.

Questi Paesi hanno deciso di partecipare alla globalizzazione non con le nuove regole, ma con quelle definite a Bretton Woods, conseguentemente non si sono aperti completamente al commercio e alla finanza mondiale, ma hanno attuato politiche miste tra il mercato e il controllo statale.

La lezione che possiamo trarre da questi avvenimenti è che i Mercati e i Governi sono complementari e non possono sostituirsi a vicenda.

Se aumenta lo spazio ed il ruolo del mercato deve aumentare la governance.

I mercati operano al meglio quando gli Stati sono forti.

Sicuramente è stata sottovalutata la formula di politica economica con la quale gli Stati capitalisti hanno garantito la crescita, mediante politiche sociali diverse, riguardanti il mercato del lavoro, la finanza, la governance, il tipo di stato assistenziale, la organizzazione dei settori.

Le politiche di crescita sono state pensate nel rispetto delle esigenze della popolazione, dei propri valori, dei territori di riferimento e delle tradizioni, vedremo nei prossimi anni se le politiche basate sulla centralità del mercato otterranno gli stessi risultati sociali.

24 Aprile 2012.


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