Corrado Tocci

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Idealismo e Realismo

DALL’IDEALISMO AL REALISMO

La crisi italiana è da addebitare ad una serie di emergenze che si trascinano da alcuni decenni, e alla quali i partiti non sono stati capaci di dare risposte esaustive e hanno favorito il sistematico deterioramento della situazione generale, con la conseguente crisi dei valori e dei comportamenti etici.

Le direttrici principali in base alle quali ci si deve muovere sono:

  • la necessità di “purificare”, ricentrare e nuovamente declinare la prassi quotidiana;
  • di favorire le condizioni per far crescere nuovamente una onestà e una creatività intellettuale capaci di generare un vero cambiamento, che possa interessare e coinvolgere tutti gli uomini di buona volontà;
  • questo tipo di conversione deve riguardare una grossa  percentuale di coloro che ricoprono un ruolo di responsabilità nelle varie realtà istituzionali e non.

Sant’Ambrogio ci ricorda che “i buoni amano la libertà mentre i reprobi amano la servitù”. La libertà intesa non come arbitrio del singolo ma come comportamento che evidenzia la responsabilità di ciascuno.

Il rischio che corre oggi l’Italia è rappresentato dalle sue leggi che non trovano più giustificazione e forza nel diritto naturale, che è a fondamento di un ordine che rispetta la dignità delle persone.

Il limite di alcuni uomini politici sta nella motivazione ancorata solo alla ricerca del successo e del profitto materiale, incapaci di andare oltre, non in grado di attuare la giustizia favorendo la costruzione della pace.

Il successo seduce, ammalia, fa diventare tronfi e apre il varco alla contraffazione del diritto e all’occultamento della giustizia.

In questo scenario la politica non può rifugiarsi “nel seno” del principio maggioritario, che non è sufficiente quando vengono affrontate questioni fondamentali del diritto nelle quali è in gioco la dignità delle persone e la loro umanità.

Bisogna stare attenti che il diritto vigente non venga inteso dal popolo come una ingiustizia.

Il cristianesimo ha sempre rimandato alla natura e alla ragione, intese come fonti del diritto, ha rimandato alla ricerca di un equilibrio tra ragione soggettiva ed oggettiva, favorendo l’evolversi di un diritto naturale sociale che si incardina sulle fondamenta del diritto romano, che ha portato, nella nostra natura giuridica occidentale, un incrocio continuo tra diritto e filosofia.

Come Popolari non possiamo accettare supinamente quanto sta accadendo in Europa, in cui si cerca di dare cittadinanza solo al positivismo, visto come collante di una cultura comune per la formazione del diritto, che cerca di ridurre le tradizioni, le convinzioni, i valori degli altri a sottoculture.

Questo tipo di visione positivistica non è in grado di percepire le istanze sociali che non le sono funzionali.

Contemporaneamente la celebrazione di riti e il compimento di buone azioni non possono distruggere l’ignoranza, poiché non sono i suoi opposti. Solo la conoscenza distrugge l’ignoranza, come la luce distrugge le tenebre.

10 Ottobre 2012.


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